martedì 14 settembre 2010

La violenza ai minori negli istituti e nelle strutture giudiziarie


Promozione e Protezione dei Diritti dell'Infanzia
La violenza ai minori negli istituti e nelle strutture giudiziarie
53. Sono milioni i bambini, in particolare i ragazzi, che si trovano a vivere un periodo considerevole
della loro esistenza all'interno di istituzioni, come orfanotrofi, case-famiglia, istituti di accoglienza,
stazioni di polizia, carceri, strutture per la detenzione minorile e riformatori, dove sono sottoposti al
controllo e alla tutela delle autorità responsabili e del sistema giudiziario

41. Questi bambini sono esposti
alle violenze perpetrate dal personale impiegato negli istituti, proprio da chi dovrebbe invece avere
il compito di prendersi cura del loro benessere.
Nella maggior parte dei paesi le punizioni corporali
impartite all'interno di queste istituzioni non sono esplicitamente proibite.

54. Il sovraffollamento e lo squallore delle condizioni di vita, le discriminazioni e lo stigma sociale,
insieme alla scarsa professionalità del personale impiegato negli istituti, non fanno che aumentare il
rischio di subire violenza.


Spesso mancano meccanismi efficaci per poter segnalare eventuali situazioni di pericolo o disagio, monitorare le condizioni di vita e ambientali, ed effettuare delle ispezioni
all'interno degli istituti, così come sono inesistenti regolamentazioni e controlli da parte dei governi.

I responsabili non sempre vengono assicurati alla giustizia e condannati per le loro azioni, il che alimenta
una vera e propria cultura dell'impunità e della tolleranza della violenza sui bambini.


Le conseguenze
dell'istituzionalizzazione nel lungo periodo possono comprendere un grave ritardo dello sviluppo,
eventuali disabilità, danni psicologici irreversibili e un aumento del numero dei suicidi e dei recidivi.
.
(Studio sulla violenza sui bambini del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Regional Consultation Outcome
Report: Caribbean, Port of Spain, marzo 2005)


55. In tutto il mondo i bambini affidati agli istituti sono 8 milioni. Il numero degli orfani è relativamente
basso, perché nella maggior parte dei casi si tratta di bambini disabili, privi di una famiglia unita
in grado di accudirli, costretti a subire violenza in casa e in condizioni socioeconomiche difficili, se
non completamente poveri.

56. Picchiare i bambini con mani, bastoni e tubi di gomma, sbattere la loro testa contro il muro, chiuderli
in sacchi di tela, incatenarli ai mobili, rinchiuderli in sale gelide per diversi giorni e lasciarli giacere
in mezzo ai propri escrementi, sono alcune delle violenze perpetrate dal personale degli istituti
allo scopo di "disciplinarli".

57. Negli istituti di accoglienza i bambini disabili possono subire violenza a scopo terapeutico. In
alcuni casi, quelli sotto i 9 anni sono sottoposti a trattamenti elettro-convulsivi, senza l'uso di rilassanti
muscolari o di anestetici. Anche l'elettroshock può essere utilizzato come "terapia preventiva", per
controllare il comportamento dei bambini e per renderli più docili; si fa ricorso anche all'uso di droghe,
che "limitano la capacità del bambino di difendersi dalle violenze"
.

58. Anche la negligenza e l'abbandono dei bambini a se stessi sono situazioni caratteristiche di molti
istituti di accoglienza, le cui condizioni sono talmente misere da mettere a repentaglio la loro salute e
sopravvivenza. Numerose strutture di accoglienza per bambini disabili sono del tutto prive di programmi
per la didattica, lo svago, la riabilitazione psico-motoria o per qualsiasi altro tipo di attività.
Spesso i bambini disabili vengono lasciati per molto tempo a letto o nelle culle, senza alcun contatto
umano o senza ricevere stimoli di alcun tipo; una situazione che può causare gravi danni fisici, mentali
e psicologici.

59. I bambini negli istituti di accoglienza sono esposti alla violenza degli altri bambini, soprattutto se
le condizioni di vita interne agli istituti sono misere, se i controlli da parte del personale non sono efficienti
e se i bambini più grandi e aggressivi non vengono separati da quelli più piccoli e vulnerabili.

60. Sebbene sia proibito dalla Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici e dalla
Convenzione sui Diritti dell'Infanzia, in alcuni paesi è ancora in vigore la pena di morte per i crimini
commessi dai minori di 18 anni. Attualmente in almeno 31 paesi è consentito condannare i bambini a
pene corporali, che in alcuni casi possono includere la fustigazione, la bastonatura, la lapidazione o
l'amputazione.

61. Nonostante l'obbligo, previsto dall'art. 37 della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia, di ricorrere
al carcere minorile come ultima ratio e per il più breve periodo possibile, è stato stimato che nel 1999 i
bambini privi di libertà erano 1 milione 47. Molti di questi sono accusati di reati minori o veniali e in
genere, prima di commetterli, erano incensurati.
Molti si trovano in carcere per essersi assentati da scuola
senza permesso, per vagabondaggio o perché privi di fissa dimora. In alcuni paesi la maggior parte
dei bambini detenuti non è stata ancora condannata per i reati commessi ed è in attesa di giudizio.

62. I bambini detenuti nei penitenziari spesso sono costretti a subire violenza da parte delle guardie
carcerarie, con l'intento di tenerli sotto controllo o punirli per infrazioni che, nella maggior parte dei
casi, sono di minore gravità. Il ricorso a pene corporali e ad altre forme di punizioni violente all'interno
degli istituti di detenzione è legalmente consentito come misura disciplinare in almeno 77 paesi.
È permesso picchiare i bambini, frustarli, legarli e sottoporli a trattamenti umilianti, come denudarli e fustigarli di fronte agli altri detenuti. Le ragazze che si trovano in prigione sono particolarmente esposte
al rischio di subire abusi fisici e sessuali, soprattutto se il personale carcerario addetto al loro controllo
è maschile.

63. In ottemperanza a quanto stabilito dalla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia, in molti paesi le
legislazioni nazionali prevedono la realizzazione di strutture penitenziarie separate per i bambini, allo
scopo di prevenire i casi di abuso e sfruttamento da parte degli adulti. Tuttavia sono numerosi i paesi
in cui i bambini sono normalmente detenuti insieme agli adulti. Per i minori in carcere, è elevato il
rischio di maturare tendenze autolesionistiche o suicide, soprattutto se sono tenuti in isolamento o
insieme agli adulti, oppure se il periodo di detenzione è prolungato o indefinito.
"A volte in carcere un giorno sembra durare un anno. Ma dopo dieci giorni ci si fa l'abitudine
e non si piange più tanto".
ragazzo detenuto in un carcere minorile

da 61 Assemble Generale Nazioni Unite
studio del ricercatore P.S. Pinheiro

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